domenica 26 dicembre 2010

Tsunami - 6 anni fa in Indonesia e ....in italia?

Sei anni fa un devastante Tsunami sconvolse le coste dell'Indonesia e di parecchi stati affacciati sull'Oceano Pacifico, provocando più di 300mila morti.
Ma pochi ricordano che nel 2002 il 30 dicembre, dalla Sciara di Fuoco di Stromboli si originarono due frane che provocarono uno Tsunami che colpì i pasei di Ginostra e Stromboli e arrivò addirittura a Milazzo a 60 km di distanza.
Ecco le foto dell'onda anomala tratte dal sito www.swisseduc.com

 " Le frane hanno raggiunto il mare e sono state accompagnate da un'abbondante ricaduta di cenere sul versante sud-orientale dell'isola. La pioggia di cenere non è stata causata dall'attività esplosiva, bensì dalla frammentazione dei blocchi durante il crollo. Le frane, la prima di 600.000 m3, la seconda di 5.000.000 di m3 di roccia, hanno provocato il distacco dal pendio dei depositi lavici del 28 Dicembre insieme ad una vasta porzione dei depositi precedenti."
Ecco uno schema del movimento dello Tsunami:
L'illustrazione mostra l'onda di tsunami in espansione dopo l'entrata in mare della frana. Nota che non si tratta di una simulazione al computer ma solo di una rappresentazione di come le onde potrebbero essersi propagate.


 Nube sopra San Vincenzo causata dalla frana, persone in fuga dallo tsunami a Scari e situazione subito dopo lo tsunami. Foto copyright Philippe Guillemin. Secondo Philippe le due onde sono arrivate separate da circa 20 secondi, senza alcun rumore di preavviso.
Foto e parti di testo tratte da 
http://www.swisseduc.ch/stromboli/volcano/beso/bes02c-it.html

venerdì 24 dicembre 2010

California (USA) - Stato d'emergenza per le piogge e il fango.


Il Sud della  California è stata colpita i giorni scorsi, da una serie di forti piogge,  provocando inondazioni, strade chiuse e gli ordini di evacuazione nella Contea di Orange.
La pioggia ha gonfiato fiumi e torrenti. Autostrade sono state allagate e smottamenti vari e franei di roccia sono stati segnalati a tarda notte, Laguna Beach si è svegliata con il suo lungomare spazzate via dalle onde di tempesta e  le sue strade del centro coperte di fango.
Evacuazioni era stato ordinato di 200 case ai piedi delle colline della contea di Los Angeles.
Questo mese è già visto parecchi  centimetri di pioggia nel centro di Los Angeles, mettendo il record per dicembre a portata di mano. Mammoth Mountain ha registrato livelli record di neve di dicembre.



Almeno alcune decine di case a Highland, in California, sono state danneggiate da pesanti piogge. Rick Loomis / Los Angeles Times / dicembre 22 , 2010 )

giovedì 23 dicembre 2010

Clima, previsioni climatiche primo trimestre 2011.




l’Iri – l’istituto  internazione di ricerca per clima e società nato per iniziativa della agenzia governativa americana NOAA e della Columbia University di New York - che elabora e pubblica le mappe di previsione a lungo periodo. Un lavoro utile per gli scienziati e ancora largamente sperimentale,  in progressivo affinamento, ma che mostra delle linee di gennaio, febbraio e marzo.
 E' evidente l’influsso della corrente pacifica del Nino, e la previsione su scala mondiale, indica alte probabilità di temperature più alte del normale (50-70% di probabilità) nel Messico, nel Texas e il New Mexico, a Cuba, nelle aree polari e subpolari, sulle isole britanniche e la scandinavia, l’estremo est russo, la Cina centromeridionale e la Birmania, le Filippine, parte del Brasile, l’Oman e lo Yemen e gran parte dell’Europa (Italia esclusa). Probabilità di temperature più basse invece in Alaska e lungo la costa pacifica nordamericana e il Canada continantale, Panama, il Costarica, l’Honduras, il Nicaragua, e poi Colombia, Venezuela, Ecuador e Perù, lo Zaire e l’Australia settentrionale ed orientale, L’Algeria e l’Iran occidentale.

lunedì 20 dicembre 2010

Australia- Alluvione colpisce il settore occidentale.



La città di Carnarvon ha ricevuto i maggiori accumuli: circa 231 mm in 3 giorni, contro una media annua di 226,7 mm! Il fiume Gascoyne ha raggiunto un altezza di 7,64 ed è record. 

domenica 19 dicembre 2010

La Nasa conferma l’allarme: il 2010 l’anno più caldo


Secondo il Goddard Institute for Space Studies la situazione più preoccupante è nell’Artico

ROMA - Secondo il rapporto presentato dal ministero dell’Ambiente tempo fa, il 2010, dopo aver battuto tutti i record parziali, è l’anno più caldo da quando sono iniziate le misurazioni, 131 anni fa. 
A confermarlo i dati del Goddard Institute for Space Studies della Nasa. 
Il primato a cui si riferiscono gli esperti statunitensi si riferisce all’anno climatico, usato dagli scienziati per le simulazioni, che inizia il primo dicembre e si conclude il 30 novembre, anche se le proiezioni parlano di un record confermato anche per l’anno solare. 
Secondo i dati appena pubblicati, ripresi dal sito della rivista Science, la temperatura media mondiale dei 12 mesi passati è stata di 14,65 gradi, 0,65 in più rispetto alla media di riferimento, che è quella tra il 1951 e il 1980. 
Una cifra superiore al record precedente, che era stato raggiunto nel 2005 con 14,53. 
A determinare il caldo inusuale sono state le temperature della terraferma, schizzate a 14,85 gradi di media, che hanno largamente compensato la lieve diminuzione di quelle oceaniche. 
Se si considera invece il solo novembre la colonnina di mercurio è schizzata ancora più in alto, a 14,74 gradi, relegando al secondo posto lo stesso mese del 2009, finora il più caldo con 14,68 gradi. 
«La situazione più preoccupante è nell’Artico - spiega James Hansen, direttore dell’istituto - la baia di Hudson ha visto temperature di 10 gradi più alte rispetto alla media, anche a causa dell’assenza di ghiaccio in una zona che di solito ne era coperta». 
Dai dati risulta inoltre che i maggiori aumenti si sono verificati nell’emisfero settentrionale, in cui l’incremento rispetto alla media dei mesi di novembre 1951-1980 è stato di 1,19 gradi. 
Quello meridionale ha segnato un aumento di 0,48 gradi. Le anomalie più forti si sono registrate appunto nella fascia polare artica, con aumenti fino a 10 gradi centigradi e di 4 gradi nel Nord Europa, mentre in Italia lo scostamento è stato minore, tra 1 e 2 gradi.
Quanto l’aumento delle temperature sia più vicino del previsto agli obiettivi di Cancun si capisce ancora meglio se si guarda alle tendenze su tutto il secolo, sottolineano gli esperti: si vede che c’è stato un aumento che tocca ormai quasi un grado, di cui i quasi due terzi si sono verificati dopo il 1975.
Di questo passo gli effetti delle misure decise dai grandi potrebbero arrivare troppo tardi.

Canada flagellata da neve e alluvioni.


Dopo il caos causato dalla bufera delle ultime 48 ore in molte zone del Sud dell’Ontario, la situazione sembra tornare alla normalità. Ieri la polizia provinciale ha provveduto a rimuovere gli ultimi veicoli, auto e camion, dalla Highway 402 dove oltre 300 automobilisti sono rimasti bloccati per quasi 24 ore tra lunedì e martedì tra Sarnia e London.
Le corsie in direzione Est della 402 sono state riaperte ieri mattina tra Oil Heritage Road e la Highway 401. In tarda giornata è stato riaperto anche il tratto che porta al Bluewater Bridge. Nelle corsie in direzione Ovest, chiuse per tutta la giornata di ieri, molti i mezzi che ieri dovevano ancora essere ripuliti dalla neve. «È proprio questa la direzione dalla quale proveniva la maggior parte degli automobilisti bloccati - ha spiegato l’agente Dennis Harwood - Ci vorrà del tempo prima di riuscire a ripulire le strade».
Le condizioni meteorologiche sono migliorate nella regione, ma la polizia ha avvertito chi si mette in viaggio di prestare comunque attenzione, soprattutto nella zona di Lambton County. «Il tempo può cambiare da un momento all’altro - ha continuato Harwood - di conseguenza chiediamo agli automobilisti di evitare di mettersi in viaggio quando possibile». Proprio alla luce di quanto avvenuto sulla 402 e in vista di un inverno che si prospetta difficile da un punto di vista meteorologico, un gruppo che difende i diritti degli automobilisti in fatto di sicurezza e salute ha chiesto a Queen’s Park degli incentivi per chi vuole sostituire le proprie gomme della macchina con quelle da neve. Proposta bocciata dal premier dell’Ontario. Durante una conferenza stampa con i giornalisti Dalton McGuinty ha chiarito il suo punto di vista dicendo che comprende i benefici e i vantaggi delle gomme invernali, ma ha aggiunto che non costringerà i cittadini a comprarle.
Mentre la neve ha creato non pochi problemi in molte zone della provincia, è la pioggia a far paura nel New Brunswick dove è scattata l’allerta inondazioni. I livelli dei fiumi dovrebbero diminuire nei prossimi giorni, ma solo nel caso in cui cessasse di piovere, ha fatto sapere Karl Wilmot dell’Emergency Measures Organization del New Brunswick. Altre precipitazioni, infatti, potrebbero provocare seri danni e avere effetti devastanti in diverse zone della provincia. La Croce Rossa canadese è pronta a far fronte a un’eventuale emergenza e ad assistere gli evacuati.

sabato 18 dicembre 2010

L'asteroide che si crede cometa.

Aggiungi didascalia
..... il Sistema Solare, così come l’Universo in generale, è pieno di altri astri a noi invisibili, a meno che non si usino grandi telescopi. Questi astri sonogli asteroidi e le comete e sebbene entrambi siano grandi rocce che orbitano attorno al Sole, c’è un’importante caratteristica che li differenzia: le comete sono fatte anche di ghiaccio e quando si avvicinano al Sole manifestano una chioma ed una coda, gli asteroidi no. O perlomeno quasi mai.
Negli ultimi anni, tuttavia, il cielo è continuamente monitorato da grandi e piccoli telescopi, e si scoprono fenomeni che un tempo non era facile vedere.
Durante le osservazioni volte alla scoperta di nuovi asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra, Steve Larson del Catalina Sky Survey dell’Università dell’Arizona ha scoperto due giorni fa una nebulosità a ventaglio attorno ad un asteroide, denominato (596) Scheila. L’eccezionalità sta nel fatto che l’asteroide è conosciuto da oltre 100 anni (è stato scoperto nel 1906 presso l’Osservatorio tedesco di Heidelberg) ed ha un diametro di 113 kmIn nessuna immagine d’archivio l’asteroide aveva una chioma, quindi il fenomeno è databile a non più di qualche settimana fa.
L’equipe dell’Osservatorio “G.V. Schiaparelli” di Campo dei Fiori, da anni impegnato in ricerche su asteroidi e comete, non si è lasciato sfuggire l’occasione di osservare il fenomeno, ed ha puntato immediatamente il telescopio da 60cm sull’asteroide.
L’immagine, realizzata il 12 dicembre alle ore 02.10 locali, mostra la strana “chioma” attorno al luminoso asteroide, che brilla di magnitudine 13.5 nella costellazione del Leone.Circa le cause del fenomeno gli astronomi si stanno concentrando su due possibilità: la prima è che l’asteroide faccia parte della famiglia delle cosiddette “main-belt comets”, asteroidi contenenti anche composti ghiacciati che di tanto in tanto mostrano l’attività tipica delle comete. Ma questa ipotesi non spiega perché un asteroide scoperto 100 anni fa mostri solo ora la chioma.
L’ipotesi più suggestiva, che sembra anche la più realistica, è che l’asteroide principale sia stato colpito da un altro corpo più piccolo, sconosciuto e dell’ordine di qualche decina di metri, e che la chioma non sia altro che la nuvola di detriti provocata dall’impatto...

domenica 5 dicembre 2010

Forma di vita aliena contenute in un meteorite?


La notizia, se confermata, avrebbe dell'incredibile e diverrebbe la più grande scoperta nella storia dell'umanità: forme di vita extraterrestre sarebbero state individuate attraverso l'analisi di un metorite di ghiaccio caduto sulla Terra una decina di anni fa. Prima di lasciarsi andare a facili entusiasmi, ricostruiamo ed analizziamo quanto è accaduto.

Il 12 marzo del 2000 il sig. Duane P. Snyder notò degli insoliti blocchi di ghiaccio in una strada adiacente la sua abitazione. Incuriosito dalla loro presenza, anche perchè non vi erano idonee condizioni atmosferiche affinchè si formasse del ghiaccio, raccolse alcuni blocchi, tre per l'esattezza, conservandoli nel suo congelatore, deducendo (non si sa come) che la loro provenienza era dallo spazio extratmoferico, probabilmente i resti di un meteorite non completamente vaporizzato.

I successivi 10 anni Snyder li ha trascorsi cercando di convincere la comunità scientifica ad analizzare la massa di ghiaccio, sicuro della presenza di microrganismi extraterrestri al suo interno, ma ricevendo al contrario scarso interesse dagli stessi scienziati interpellati. Si giunge quindi al settembre scorso, mese in cui Snyder ha incaricato, pagando, un laboratorio privato di analisi individuato nellaTascon Usa Inc., con sede in Chestnut Ridge, New York, specializzato nell'analisi della composizione chimica della materia.

Ebbene, il dott. Albert Schnieders, general manager della società di analisi americana, ha confermato l'incarico ricevuto da Snyder, non sbilanciandosi però sugli esiti degli studi eseguiti sul pezzo di ghiaccio, ma rimandando ogni comunicazione ad una conferenza stampa che lo stesso Snyder avrebbe tenuto ieri, 30 novembre, presso l'hotel Ramada in South Haven, nel Michigan. Nella conferenza il sig. Snyder avrebbe confermato (il condizionale è sempre d'obbligo) la presenza di vita organica extraterrestre all'interno del meteorite di ghiaccio e mostrando, a sostegno della sua teoria, una quarantina di foto dove è esposta la presunta forma di vita aliena.

Non resta che attendere ulteriori conferme a questa notizia da canali più ufficiali o lontani da ogni sorta di speculazione, anche perchè l'analisi effettuata dal sig. Snyder è certamente di parte e potrebbe avere un suo tornaconto.

Restando in tema, ricordiamo che proprio domani 1° dicembre la NASA terrà una nuova conferenza stampa per annunciare l'importante scoperta di natura astrobiologica che avrà un notevole impattosullo studio e la ricerca di vita extraterrestre (come riportato nel nostro articolo dedicato all'evento).

Pasquale Gallano

Fonti:
http://snydericyrite.com, sito dedicato al rilascio delle informazioni sul meteorite di ghiaccio e presunte forme di vita extraterrestre trovate in esso. Le foto dell'articolo appartengono al sig. Snyder e utilizzare a scopo informativo.

- C.U.I. (Centro Ufologico Ionico), per gli spunti della notizia.

Per chi volesse contattare il sig. Duane P. Snyder segnaliamo la sua e-mail:duanepsnyder@snydericyrite.com

Bologna scossa di terremoto 3,2 Richter, ore 09,17.


Domenica 5 Dicembre 2010 Attualità
Il Dipartimento della Protezione civile ha reso noto in un cmunicato che stamattina poco dopo le nove un evento sismico è stato lievemente avvertito dalla popolazione in provincia di Bologna. Le località prossime all’epicentro sono i comuni di Castel San Pietro Terme, Monterenzio e Dozza. Non risulatno danni a cose e persone.
Secondo i rilievi registrati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico si è verificato alle ore 9.17 con magnitudo 3.2.
(red)

Il cielo di Dicembre


Ultimo mese dell’anno 2010 si annuncia ricco di appuntamenti per gli appassionati di astronomia. Grazie a due spettacolari eventi astronomici: lo sciame di meteore e l’eclisse di Luna.
Il primo appuntamento è con le Geminidi, l’annuale pioggia di meteore così denominate perché la regione di cielo dalla quale sembrano provenire coincide con quella della costellazione dei Gemelli. Le Geminidi sono frammenti persi da Fetonte, un piccolo corpo ritenuto una via di mezzo tra una cometa e un asteroide. Solo le più recenti osservazioni hanno stabilito che Fetonte è quasi certamente una cometa camuffata da asteroide: la sua superficie è ricoperta da polvere scura che lo fa apparire come un asteroide, ma più sotto composizione e struttura sono quelle di una cometa a tutti gli effetti. Le Geminidi saranno visibili al meglio la notte tra il 13 e il 14 dicembre, in particolare dopo la mezzanotte quando la zona di cielo corrispondente ai Gemelli sarà molto alta in cielo e nel contempo la Luna sarà tramontata, rendendo minimo il suo disturbo luminoso. In assenza di nubi, lontano dalle luci artificiali di abitazioni e lampioni stradali, con la Luna ormai tramontata, potreste vedere sino a 100 meteore in un’ora.
Il secondo appuntamento celeste vede protagonista la Luna, che sarà eclissata dall’ombra della Terra nel corso della prima mattina del 21 dicembre. Purtroppo in quella fascia oraria qui in Italia il nostro satellite sarà già basso sull’orizzonte e ormai prossimo al tramonto. Più fortunati saranno gli abitanti del Nord America e della parte occidentale del Sud America, da dove sarà possibile ammirare l’eclissi per tutta la sua durata. Chi di voi ha in programma vacanze americane potrà quindi gustarsi anche questo spettacolo, offerto gratuitamente dal cielo quale regalo di Natale anticipato. Chi invece rimarrà in Italia può consolarsi pensando che questi eventi sono tutt’altro che rari: basterà infatti pazientare sino al prossimo 15 giugno, quando anche dalle nostre parti sarà visibile una nuova eclissi totale di Luna.

martedì 5 ottobre 2010

Lieve scossa di terremoto tra Palermo e Caltanissetta


La terra ha tremato lievemente la scorsa notte in Sicilia. Una piccola scossa sismica di magnitudo 2 è stata infatti registrata dai sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 00.22, in Sicilia centrale.
L'evento è stato localizzato ad una profondità di 5 chilometri. Nessun danno è stato rivelato, anche perchè l'intensità del fenomeno è stata di lieve entità. Le località prossime all'epicentro sono state Alia e Valledolmo, in provincia di Palermo; Vallelunga Pratameno e Villalba, nel Nisseno.
In Sicilia nelle ultime settimane la terra ha tremato in più occasioni. Il caso più grave alle isole Eolie ha provocato anche frane e momenti di paura.

sabato 18 settembre 2010

Se l'Etna scivolasse nel Mar Ionio?


Lo spessore del fianco che scivola  - piano piano - nel Mar Ionio si aggira intorno ai quattro chilometri. Lo hanno misurato i ricercatori dell’ Irea -Cnr di Napoli (Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente), dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e dell’Università Roma Tre grazie a uno studio congiunto, i cui risultati sono stati pubblicati recentemente suGeophysical Research Letters.
"Il collasso delle superfici vulcaniche è un fenomeno comune" spiega Marco Neri dell’Ingv di Catania. La causa di questi fenomeni di scivolamento di una superficie su un'altra risiede nella composizione del sottosuolo vulcanico. I vulcani, infatti, si formano in seguito alla sedimentazione del materiale magmatico che viene espulso dalle sue bocche nel corso delle eruzioni. Raffreddandosi, la lava si accumula alle pendici e forma delle superfici instabili di roccia magmatica. Nel tempo, in seguito a ripetute eruzioni, queste superfici diventano sempre più spesse, e i vulcani sempre più grandi. Succede così che il peso di queste masse rocciose accumulate nel tempo provochi il distacco di alcune zolle; questo fenomeno può verificarsi sia attraverso frane repentine, sia mediante lenti scivolamenti, continui nel tempo. Attualmente l’Etna è interessato dal secondo tipo di movimento che, in alcuni periodi, accelera producendo terremoti. 
L'utilizzo di tecniche di rilevamento radar satellitare (InSAR, Interferometric Synthetic Aperture Radar) ha permesso ai ricercatori di elaborare un modello geometrico tridimensionale della zona instabile, che sono riusciti in questo modo a stabilire l'entità della massa della slavina vulcanica. Un dato fondamentale per prevedere le implicazioni che questo movimento putrebbe avere sulle future dinamiche eruttive del vulcano.

martedì 7 settembre 2010

Nasce a Pavia il centro per le catastrofi

Il modello pavese di Eucentre si declinerà su scala mondiale non solo ai terremoti ma a tutte le catastrofi naturali. Nasce a Pavia e si chiamerà Grmo (Global risk management organization) una nuova organizzazione inter-governativa con il plauso delle Nazioni Unite.«Avrà la scopo di creare modelli sia di intervento sia di prevenzione per alluvioni, frane, terremoti» spiega Gian Michele Calvi, presidente di Eucentre, già al fianco della Protezione Civile sul difficile fronte dell’Aquila.

E proprio l’esperienza maturata in Abruzzo verrà esportata ad Haiti. L’ha ricordato Margareta Wahlström, assistente del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che ieri mattina ha visitato la sede di via Ferrata dell’Eucentre e ha illustrato le politiche e l’innovazione scientifica delle Nazioni Unite in tema di catastrofi Pavia.

Calvi ha guidato l’ospite e il suo entourage alla scoperta del cuore tecnologico di Eucentre, illustrando anche le attività della Rose school (scuola di specializzazione con studenti provenienti da oltre cento diversi Paesi) impegnata nella prevenzione del rischio sismico. «Tutto questo - ha spiegato Calvi - potrà inoltre rivelarsi un motore straordinario per l’attrazione di società private che operano nell’ambito delle tecnologie avanzate per l’i ntero nostro Paese».

Nel pomeriggio la delegazione ha assistito alla simulazione di un terremoto con la tavola vibrante.
«I Governi hanno fatto progressi nella creazione di istituzioni e nella legislazione ma c’è ancora da fare sul fronte dei bilanci dei settori di sviluppo da destinare alla riduzione del rischio di catastrofi - ha spiegato Wahlström -. Quando le difficili decisioni sulla ripartizione delle risorse vengono prese, le misure per ridurre i rischi non rappresentano una priorità anche perché non pagano politicamente nell’immediato, nonostante rappresentino una forma di risparmio rispetto all’intervento post-disastro». «Una necessaria sinergia tra la Rose School e le scuole Onu attive o in fase di creazione» è ciò che auspica il direttore dello Iuss, Roberto Schmid.
(07 settembre 2010)

venerdì 3 settembre 2010

Giuliani torna a lanciare l'allarme: all'Aquila possibili nuove forti scosse

Nuovi forti terremoti potrebbero colpire l'area dell'aquilano nel prossimo futuro. Il nuovo allarme, dopo lo sciame sismisco in questi giorni, è stato lanciato dal ricercatore Giampaolo Giuliani, che rimase inascoltato alla vigilia del terremoto del 6 aprile 2009. Secondo quanto ha annunciato sulla sua pagina Facebook il tecnico, nel distretto dei Monti Reatini esiste la possibilità di altre scosse superiori a magnitudo 3.

Si tratta di una preoccupazione condivisa dalla comunità dei geologi molti dei quali, tuttavia, si dicono scettici nei confronti delle previsioni basate sul radon che hanno reso celebre il ricercatore, che ha sostenuto in diverse occasioni che la presenza del gas può far prevedere con un certo grado di certezza l'arrivo di scosse sismiche. 

Attraverso la sua pagina personale Giuliani ritiene "doveroso allertare le popolazioni residenti nei territori interessati e limitrofi" in ragione del fatto che dal primo gennaio di quest’anno ad oggi si sono prodotti 1940 terremoti con epicentro nel raggio di 30 chilometri intorno a Montereale (L’Aquila). Giuliani parla di "un livello di radon che si pone in soglia di evento sotto il 3.5 di magnitudo locale circa". Per il geologo Gianluca Ferrini c’è necessità di unmonitoraggio costante, nonostante non condivida del tutto il metodo di rilevazione usato da Giuliani: "La misurazione dei livelli di radon in superficie non ha senso in quanto sono tanti i fattori atmosferici, dalla pressione al vento, che possono alterare i risultati. Per questo non possiamo certo considerare come attendibili le valutazioni di Giuliani".  (Apcom)

martedì 24 agosto 2010

Brasile - Vortice di fuoco di 300 metri registrato durante un incendio.




L'aria secca che raggiunge lo stato di Sao Paulo ha causato la formazione di un vortice di fuoco in Araçatuba, a 530 km da Sao Paulo. Il fenomeno è stato registrato con alte fiamme in un pascolo in città di Domenica .Il fumo formata dal vortice invaso corsia Rodovia Marechal Rondon, che è stato interdetto. .Il Vortice di Fuoco che ha raggiunto l'altezza di quasi 300 metri, è stato registrato da un "fazendero" con il suo cellulare, ed è stato trasmesso dalla televisione brasiliana.

domenica 22 agosto 2010

Becca di Nona (Val d'Aosta), una grossa frana si è staccata vicino alla cima.



Una frana di grandi dimensioni si è staccata questo pomeriggio, sabato  21 agosto, alle 14,13, sotto la Becca di Nona, nel comune di Pollein. Il crollo è 50 metri sotto la vetta della Becca e sulla destra orografica rispetto alla frana e sulla sinistra orografica rispetto alla vetta, a 3.100 metri di quota.
Il distacco non ha provocato danni, infatti, i massi si sono completamente sbriciolati.
'La massa si è completamente disfatta - spiega Valerio Segor, responsabile della direzione assetto idrogeologico dei bacini montani - ed è proprio per questa ragione che si e' vista un'enorme nube di polvere. Il crollo non ha causato problemi, neppure ai sentieri che sono più in basso. La frana non è stata assolutamente interessata, tanto che i sensori che la monitorano non sono scattati'.
di Cristina Porta

martedì 17 agosto 2010

Polo Nord - secondo scienziati di Mosca, si scioglierà prima del 2080.

L’Artico si sta sciogliendo più velocemente di quanto ci si aspettasse. E la perdita di ghiaccio per questa stagione potrebbe toccare i livelli record raggiunti tre anni fa. Lo ha fatto sapere l’Agenzia per l'ambiente russa.

Gli ultimi dati in mano agli scienziati mostrano che il ghiaccio dell’Oceano Artico copriva circa 10,8 milioni di chilometri quadrati a giugno di quest’anno, meno che nello stesso periodo del 2007 quando aveva raggiunto un minimo storico. Anche se il record negativo è stato toccato il 16 settembre 2007 con un restringimento della superficie ghiacciata a 4,14 milioni di chilometri quadrati, rilevati dal National snow and data center degli Stati Uniti. “Il ghiaccio potrebbe arrivare al 30% in meno della media del periodo 1979-2000”, ipotizza Alexander Frolov, capo del Servizio federale di monitoraggio ambientale e idrometeorologico russo. 

Gli scienziati, sia russi sia americani, indicano nel riscaldamento globale la causa di questo fenomeno. Fenomeno che potrebbe ridurre a zero il ghiaccio nell’Artico in estate entro poche decadi. Prima dunque del 2080, l’anno indicato dalle previsioni dell’Ipcc, Intergovernmental panel on climate change, il foro scientifico formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni unite - l’Organizzazione meteorologica mondiale, Wmo, e il Programma Onu per l’Ambiente, Unep, - allo scopo di studiare il riscaldamento globale.

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