mercoledì 23 giugno 2010

La Marea nera può “arrivare” in Nord Europa?


Interessante quanto scritto in questo articolo, da cui ho tratto l'essenziale:

"....uno studio dell’ UCAR (University Corporation for Atmospheric Research), un dipartimento dell’Università di Boulder nel Colorado, ha simulato diversi scenari dimostrando che in un periodo di tempo variabile ma non eccessivo (da 90 a 120 giorni dal disastro iniziale) il flusso di petrolio raggiungerà il Nord Atlantico, distribuendosi su una superficie di oltre 900.000 Km quadrati, più della Francia e della Germania insieme.
In realtà le foto da satellite mostrano una situazione più grave di quella delle simulazioni, a soli 60 giorni dal disastro la quantità di petrolio nella Corrente del Golfo è maggiore di quella prevista dalle simulazioni.
Dobbiamo tener presente che la Corrente del Golfo ha un effetto importante sul clima del Nord Europa, portando acqua calda nel Nord Atlantico fino alle coste dell’Inghilterra, della Scozia e della Scandinavia. Una pellicola di sostanza oleosa su una superficie così grande ridurrà l’evaporazione, quindi nei prossimi mesi avremo minore umidità atmosferica, inoltre l’evaporazione provoca un raffreddamento dell’acqua, quindi l’acqua sarà più calda e leggera ed arriverà più lontano, verso le aree polari. Uno scenario inquietante per gli effetti sul clima globale.
Anche un altro effetto del disastro può diventare globale: circa il 35% della perdita è composto da idrocarburi leggeri, che in parte finiscono direttamente in atmosfera ed in parte vengono bruciati in “incendi controllati” sul posto. Nelle immagini da satellite si vedono con molta chiarezza i pennacchi di fumo ed una valutazione prudente porta alla spaventosa quantità di oltre 220.000 tonnellate di fuliggine ed anidride carbonica, a cui si aggiungono gli idrocarburi leggeri, in particolare metano. Anidride carbonica e metano sono gas serra e portano ad un riscaldamento dell’atmosfera, mentre la fuliggine ha un effetto schermante e la raffredda.
Non è detto che i percorsi atmosferici delle diverse frazioni siano gli stessi, quindi è difficile valutare quali effetti possano avere, e fino ad oggi non sono stati pubblicati studi in proposito.
Perciò preoccupiamoci, perché sembra proprio che nessuno se ne stia occupando....."

martedì 22 giugno 2010

Vesuvio: a Pompei morti per un’onda di calore


NAPOLI — I pompeiani non furono uccisi dalla cenere ma da una spaventosa ondata di calore. E’ quanto sostiene un nuovo studio dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dell’Università Federico II di Napoli.
La morte a Pompei, nel 79 dopo Cristo, non arrivò dunque per soffocamento dopo una lunga agonia. Al contrario, fu istantanea, causata da un’onda di calore da 600 gradi centigradi dovuta al passaggio di una nube ardente a bassa concentrazione di cenere ma di grande spessore.
L’onda, secondo lo studio, sarebbe stata in grado di trattenere il calore fino a distanza notevole dal vulcano. La ricerca pubblicata sulla rivista Plos One, svela i meccanismi dell’eruzione sulla popolazione di Pompei. Ma soprattutto getta nuova luce sui rischi e l’estensione dell’area potenzialmente esposta e le precauzioni da adottare in caso di eruzione.
Nel caso di futura eruzione, sostengono i ricercatori, il rischio potrebbe andare oltre i 15 chilometri dal vulcano finora considerati. Ciò significa, che l’attuale piano d’emergenza è inadeguato, spiegano gli scienziati. La zona a rischio comprenderebbe tutta Napoli da un lato e Castellammare dall’altro.
Il gruppo di ricercatori ha simulato al computer l’avanzata delle nubi ardenti. Ebbene, gli unici abitanti a salvarsi nel 79 dc furono quelli di Stabiae, dove arrivò una folata di fuoco successiva a temperatura addirittura più elevata, ma quando la città era già stata evacuata.
Dall’analisi della postura delle vittime è risultato anche che la morte è sopraggiunta all’improvviso, in un attimo, senza quasi rendersene conto. I resti degli scheletri umani e animali, infatti, presentano caratteri di esposizione a temperature altissime, confermate dall’analisi delle modificazioni subite dal Dna e da esperimenti effettuati in laboratorio su ossa animali.
L’elemento più pericoloso di un’eventuale eruzione è dunque l’alta temperatura, dicono gli scienziati. E l’area da evacuare in caso d’allarme è molto più estesa di quella considerata finora, attribuita a morto da ceneri e gas. E il calcolo da fare sugli scenari di rischio deve essere basato sull’eruzione del 79 e non su quella, antecedente, del periodo Pliniano.

Frank Fenner, fine della razza umana tra 100 anni?

Secondo Frank Fenner, l'uomo si estinguerà entro i prossimi 100 anni. Prevista l'estinzione anche di diverse specie animali. Il 95enne professore di microbiologia dell'Australian National University è categorico, ed illustra come non ci sia più spazio per alcun tipo di intervento. I primi cambiamenti climaticisono un segnale di avvertimento che si manifesterà in maniera molto più pesante nei prossimi decenni. L'esplosione demografica ed i pesantissimi consumi determineranno la fine della razza umana, incapace di adattarsi in maniera armonica con la natura. E' definita Antropocene l’era geologica attuale, un termine coniato nel 2000 dallo scienziato Paul Crutzen per definire un'era in cui il principale fautore delle modifiche climatiche è l'operato umano. Negli ultimi 100 anni l'uomo ha prodotto cambiamenti del clima che senza la presenza umana si sarebbero verificati nell'arco di migliaia di anni.

domenica 20 giugno 2010

L'acqua dei tergicristalli è un veicolo per contrarre la legionella.



Attenzione all'acqua dei tergicristalli: secondo uno studio inglese pubblicato dall'European Journal of Epidemiology è una vera e propria 'nursery' per i batteri che causano la legionella, una infezione che provoca la polmonite.
I ricercatori della Health Protection Agency inglese sono partiti dalla considerazione che i casi di legionella sono cinque volte maggiori nei guidatori professionali.Per cercare di capire da dove viene la minaccia hanno sottoposto questionari a diversi autisti infetti per stabilire le loro abitudini nell'uso della macchiana o del camion.
Il risultato è stato che sono più ad alto rischio quelli che passano molto tempo in macchina e con i finestrini aperti, ma soprattutto quelli che non aggiungono detergenti all'acqua dei tergicristalli. Un'analisi successiva ha rivelato che il battere della legionella è presente nell'acqua di una macchina su cinque nel caso non ci siano additivi, mentre i saponi comunemente usati sono sufficienti a bloccare del tutto la proliferazione dell'agente patogeno.
Fonte: salute.agi.it

mercoledì 9 giugno 2010

Giove - Nuovo impatto di un asteroide.



Incredibile,Antony Wesley, dall'Australia; lo stesso astronomo dilettante che nel 2009 aveva assistito e fotografato l'impatto di un asteroide  sul suolo di Giove, lo scorso 3 Giugno verso le 20,30 U.T ha assistito e fotografato l'impatto di un nuovo asteroide sul suolo di Giove. Qui a sinistra potete osservare l'immagine a colori, dove il puntino bianco in basso a destra indica  il punto di impatto, nell'attimo in cui avveniva. L'impatto è stato confermato anche da un altro astronomo dilettante dalle Filippine, tale Christopher Go .

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